STORIA
DELLE
REPUBBLICHE ITALIANE
DEI
SECOLI DI MEZZO

DI

J. C. L. SIMONDO SISMONDI

delle Accademie italiana, di Wilna, di Cagliari,
dei Georgofili, di Ginevra ec.

Traduzione dal francese.


TOMO V.


ITALIA
1817.

[3]

STORIA

DELLE

REPUBBLICHE ITALIANE


CAPITOLO XXIX.

Nuovi capi dell'Impero e della Chiesa. — Guerredi Genova. — Guerra universalein Italia. — Papa Giovanni XXIIscomunica e depone Luigi IV di Baviera,re dei Romani.

1314 = 1323.

Mentre il governo va incessantementemodificando i talenti, le virtù, l'ingegnoe le abitudini dei popoli, scopronsi nonpertanto nel carattere delle nazioni certitratti originali, che i tempi e le circostanzenon hanno potuto interamente cancellare.Così gli Spagnuoli e gl'Italiani sembranciessenzialmente diversi. Queste due nazioni,sebbene abbiano un'origine quasicomune, perchè formate dalla mescolanzade' Romani coi Goti; sebbene abitino in[4]climi press'a poco eguali, ed abbianoidiomi vicinissimi che quasi potrebberodirsi dialetti d'un solo idioma; sebbenericuperassero quasi nella stessa epoca lalibertà e nella stessa epoca la perdessero;sebbene abbiano lungo tempo ubbiditoai medesimi sovrani e tenuta lamedesima religione, hanno qualità affattodiverse che li distinguono, e che quasi senzaalterazione si sono trasmesse di padre infiglio. E queste fondamentali diversità trale razze degli uomini è forse uno de' piùimportanti oggetti di meditazione che anoi presenti la storia. Abbiamo di giàconosciuta l'origine del carattere degliItaliani: abbiamo veduti i Barbari portareloro lo spirito d'indipendenza, raddolcitonelle città d'origine romana, più ricchee numerose in Italia che nel rimanentedell'Europa. Assai per tempo queste cittàmanifestarono il desiderio di libertà. Furonoesse le prime che aspirarono a parteciparedella sovranità, rompendo i legamiche le attaccavano all'impero ecambiando le loro leggi municipali incostituzioni repubblicane: furono esse leprime che, tra i membri del corpo feudalefattesi indipendenti, acquistarono unaregolare organizzazione, e seppero energicamentevalersi delle loro forze. Esse[5]non tardarono a soggiogare il rimanentedella nazione: i vescovi furono spogliatid'ogni sovranità temporale; i principied i marchesi scomparvero a poco a pocorifiniti da intraprese troppo sproporzionateai loro mezzi; ed i gentiluomini sividero sforzati a sottomettersi e cercareil diritto di cittadinanza.

Questa preponderante influenza dellecittà è la vera origine del carattere distintivodegl'Italiani, di quel carattereche li rende essenzialmente diversi dagliSpagnuoli, presso i quali la nobiltà campagnuola,sempre occupata nelle guerrecontro i Mori, a sè chiamando gli sguardie la stima della nazione, conservava unaimportantissima parte del governo persè medesima. La costituzione repubblicanadelle città comunicò a tutta la nazioneitali

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