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riveduta dall'autore
Ottavo migliaio.
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Si riterrà contraffatto qualunque esemplare di quest'opera, dal 7,°migliaio in avanti, che non porti il timbro a secco della SocietàItaliana degli Autori.
Milano, Tip. Treves, 1920.
Il libro che vede ora la luce nella sua edizione definitiva, dopo chel'autore vi ha arrecato notevoli e pazienti ritocchi, fu pubblicato laprima volta a Milano nel 1894, presso una Casa editrice, che oggi nonesiste più. Se il primo romanzo di Luciano Zùccoli era subito parsoopera indipendente e originale, questo, che veniva a un anno dìdistanza da I Lussuriosi, diede a divedere che lo scrittore nonintendeva la letteratura come un dilettantismo giovanile, ma comeun'alta faticosa nobilissima arte, alla quale voleva dedicare tutto ilsuo ingegno. E in realtà, ingrandendo la fama dell'autore econfermando la speranza che il primo libro aveva fatto fiorire, Ildesignato decise dell'avvenire di Luciano Zùccoli.
Parve il libro d'un uomo che avesse lunga esperienza d'anni e di casi,ed era il libro d'un giovanissimo; parve la critica implacabile d'unmalcontento marito, e l'autore era scapolo. Ma era uno scapolo e ungiovane che viveva a occhi aperti, in una grande città, precocemente;era l'opera d'uno scrittore nato, che a una sensibilità eccezionaleaccoppiava per istinto uno spirito d'osservazione fresco e sincero.
E in verità, chi volesse analizzare le qualità principali di questolibro,—di questo, e osiamo dire di quasi tutta l'opera di LucianoZùccoli,—troverebbe ch'esse provengono dalla sinceritàdell'osservazione, dalla facoltà di sentire acutamente, dallaprecisione originale nell'interpretare i moti interni dell'animo e gliavvenimenti cospicui della vita vissuta. L'autore afferra movimentipsicologici non veduti da altri e li vivifica con uno spirito tra ilsentimentale e lo scettico, il quale è caratteristica di lui; rendecon brevi tòcchi le scene, di cui mette in rilievo i particolari chesfuggono ai più e che vi lascian più duratura l'impressione; eriflette nel giudizio delle cose e degli uomini una sua filosofiamalinconica e indulgente, lepida e disperata nel tempo stesso, che senon ha stupito più nell'autore di Farfui e del L'amore diLoredana, fece la maraviglia dei critici che nell'autore di Ildesignato dovevan giudicare, un giovane di ventiquattr'anni.
Si è, ripetiamo, che Luciano Zùccoli, prima ancor che uno scrittore, èun uomo che ha vissuto e vive, e della vita, nonostante quella suafilosofia, è amico e ammiratore.
Indipendente come tutti coloro,—e tutti qui vuol dir pochi—iquali hanno una personalità rilevante, egli ha sempre un'opinione suae una sua volontà; non per il piacere di contrasto, benchè un certoqual gusto per la contraddizione gli si potrebbe a quando a quandorimproverare, ma perchè non dice se non ciò che sa, che ha v