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LA DISFATTA

ROMANZO

DI
ALFREDO ORIANI

MILANO—FRATELLI TREVES, EDITORI—MILANO

  ROMA Via del Corso, 383.
  NAPOLI Via Roma (già Toledo), 34.
  BOLOGNA: Libreria Fratelli Treves, di P. Virano, Angolo Via Farini.
  TRIESTE: presso G. Schubart.
  PARIGI: presso Boyveau et Chevillet, 22, rue de la Banque.
  LIPSIA, BERLINO e VIENNA: presso F. A. Brockhaus.

La Disfatta.

LA DISFATTA

ROMANZO
DI
ALFREDO ORIANI

MILANO

Fratelli Treves, Editori

1896.

PROPRIETÀ LETTERARIA

Riservati tutti i diritti. Tip. Fratelli Treves.

LA DISFATTA

I.

La contessa Ginevra volse la testa con un sorriso, tendendo al vecchiomedico la bella mano bianca, sulla quale non brillava che il sottileanello matrimoniale.

—Perchè così tardi stasera?

—Esco ora dalla casa del marchese Roderigi: sta un po' meglio, ilcaso è nullameno disperato.

Qualcuno degli invitati scambiò un'occhiata malinconica alla tristenotizia, ma la conversazione rimase impacciata come prima.

Il dottor Ambrosi si era seduto sopra una lunga poltrona in felpagialla, presso la contessa Ginevra, abbandonando la testa sullaspalliera colla famigliarità di un amico, pel quale l'etichettaconsente molte licenze. Era un bel vecchio alto, quasi calvo, di uncolor roseo ancora vivace sotto il bianco dei capelli e della barba;mostrava sessant'anni, benchè ne avesse quasi settanta, ma nè lafatica, nè lo studio avevano ancora potuto trionfare della sua robustacomplessione.

—E Bice?—chiese subito, riaprendo gli occhi.

—È nella sua camera.

Tutti attesero quello che il dottore avrebbe detto. Egli parvescrutare nello sguardo della contessa, largo e tranquillo; quindi conquella bruscheria, che lo aveva reso popolare, si scrollò sullapoltrona.

—Vapori!

—Bice ha un'anima troppo delicata.

—E un corpo troppo debole: una cosa dipende dall'altra.

—Sapete perchè non viene stasera con noi?

—Lo immagino, ma forse verrà più tardi.

—Purchè non pianga! Negli organismi come il suo, il pianto è undisastro; si squilibria tutto il sistema nervoso, e lo stomaco sistanca in contrazioni inutili.

La contessa Ginevra girò lo sguardo sugli altri. Non erano molti; lacontessa Ghigi, una dama di cinquant'anni, ossuta, nerastra,pochissimo simpatica, e nullameno di una bontà che sarebbe statapoetica, anche senza il profondo sentimento religioso che l'animava.Portava dei mezzi guanti di seta nera, a rete, sulle mani gonfie daigeloni, e sui capelli ancora nerissimi e duri, bipartiti sulla frontebassa, un tocco di velluto scuro, quasi malandato. Ella sedeva vicinoad un ometto vestito

...

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