Produced by Claudio Paganelli, Carlo Traverso and the
Online Distributed Proofreading Team at (This file was produced from images generously madeavailable by Biblioteca Nazionale Braidense - Milano athttp://www.braidense.it/dire.html)
MILANO
L. F. COGLIATI, Editore
1897.
Tip. Editr, L. F. Cogliati
Sezione nel Pio Istituto pei Figli della Provvidenza
Piazza Filangieri, 3.
Diritti di traduzione riservati all'autore
Quando morì carico d'anni e d'onori il generale Maurizio di RoccaTournion, un piemontese di vecchia razza che aveva fatte le sue primearmi in Crimea e diventò poi tanto celebre nelle guerre fortunosedella nostra indipendenza, i suoi eredi che erano parenti lontani, sidivisero le suppellettili del suo piccolo appartamento da scapolo. Aduno di essi toccò fra le altre cose un astuccio di una forma bizzarrain cuoio lavorato, evidente provenienza di qualche bazar di Oriente.L'astuccio era largo poco più di un palmo, chiuso con un cordoncino diseta stinta ed emanava un profumo misto di essenza di rosa e ditabacco fino. In un angolo dove gli arabeschi del cuoio avevanolasciato un breve spazio, erano state impresse a secco due spadeincrociate sormontate da una rosa. Fra il raso della fodera c'era unmanoscritto, un centinaio di foglietti di carta sottile, resistente,coperti con una di quelle calligrafie nervose non larghe nè alte comeporta oggi la moda, ma spezzate, minute, eppure non prive di unaintima eleganza che noi dobbiamo cercare, per farcene una idea, nellelettere delle nostre bisavole. Il testo era in francese. Poche note amatita traversavano i margini—scritte queste dalla mano pesante delgenerale. Del generale era pure un foglio congiunto al manoscritto aguisa di prefazione e di schiarimento; prova che il defunto ci tenevae che se avesse pensato a fare testamento, il misterioso manoscrittoavrebbe avuto probabilmente una destinazione diversa che non quella dicadere sotto gli occhi del pubblico.
Ma ecco senz'altro le parole del generale. "Avevo vent'anni. Sotto lemura di Sebastopoli la vita andava con un treno d'inferno: guerra,gioco e vino. Ci si coricava senza sapere se al domani si avrebbepotuto fare lo stesso, incerti d'ogni ora, d'ogni minuto, avendo lamorte sulla soglia e bivaccando nelle nostre tende con unaspensieratezza fatalistica per cui qualcuno di noi perdeva in unanotte metà della sua sostanza. Nessuno pensava all'avvenire. La puntadelle nostre baionette, la bocca dei nostri cannoni, tutto era lì. Ilmio capitano salutava sempre l'alba con queste parole: Buon giorno,madama Morte, è oggi che mi prendi?
"Io non ricordo nella mia vita un tempo più pazzo e più eroico diquello.
"Un giorno, in un periodo di tregua, il pranzo che ci accolse tuttiinsieme per festeggiare l'onomastico del nostro colonnello prese,dalla solennità della circostanza e dal momentaneo riposo, uncarattere di ricevimento mondano che fece penetrare sotto la tenda unsoffio della patria lontana, delle nostre famiglie, delle abitudinicare e signorili della nostra infanzia. C'era un mazzo di fiori sullatavola, se non mi sbaglio; ma quello di cui sono sicuro, è che unsottotenente lesse dei versi. Avendo perduto la sera prima fino al mioultimo soldo mi trovavo nella migliore disposizione per fare deibrindisi e non a parole soltanto.
...