Copertina

F. D. GUERRAZZI

IL SECOLO
CHE
MUORE


VOLUME III.


ROMA
Casa Editrice Carlo Verdesi e C.
Via del Mortaro, 17

1885


PROPRIETÀ LETTERARIA

Roma, Tipografia Nazionale.


INDICE DEL TERZO VOLUME.

Capitolo XV. Pag. 7
Capitolo XVI. 57
Capitolo XVII. 103
Capitolo XVIII. 249
Capitolo XIX. 349

[7]

Capitolo XV.
. . . . . . . . . . . . . . . .

— Dei sei sepolti, tu ci hai narrato la via che licondusse al sepolcro solo di quattro; di due non sappiamoaltro che sono là dentro: ora, questo metododi far morire i personaggi del dramma prima chesiano in certo modo vissuti davanti a me, io lettoregiudico addirittura irregolare, ed anco un tantinosgarbato. Mi difenderò domani: intanto noto di passoche il camminare all'indietro non dovrebbe farespecie pei tempi che corrono.

Oggi, buona gente, che siete qui tratta dal desideriodi sapere il fine di Omobono e di Fabrizio,ve la dirò la storia dolorosa: statemi a udire, ecerto per loro pregherete, se pure vi sia rimastobriciolo di fede nella vita futura.

[8]Di colta vi devo avvisare che adesso mi tocca amettere sopra la scena tre personaggi nuovi, se vogliotirare innanzi il mio dramma: e siccome voi sapeteche non mi aiutano architetti, nè muratori, nè tappezzieri,molto meno pittori, sartori, scultori e barbieri,e mi tocca a fare tutto da me, così toglieteviin santa pace che io ve li descriva.

Il primo gli è uomo e per giunta cristiano, debitamentebattezzato in Duomo, dov'ebbe nome diEgeo Bernazzi. Avendolo a descrivere, incominciodal capo, membro, come ognuno sa, nobilissimo delcorpo umano e domicilio legale dell'anima; in parteegli era calvo e in parte circondato da una manieradi siepe di stipa, pari a quella che costumano mettereintorno all'orto per difesa dei cavoli; presentavatre varietà di colori: ebano in cima, nel mezzorame, in fondo argento, per la ragione che il parrucchieretraditore gli tingeva i capelli, dove ei,mirandosi allo specchio, se li poteva vedere, glialtri lasciava incolti, senza curarsi se dietro gli sonasserole tabelle: gli orecchi parevano lampioni dicarrozza, e ci si notava la traccia del buco, perocchèun dì costumasse portare le campanelle, ed altresìsopra le braccia aveva dipinto a punta di ago tintain inchiostro un cuore trafitto e un Amore incatenato,ma non gli si vedevano, tenendo le bracciasempre coperte. Io credo che le ciglia, vergognandodegli occhi, gli stessero calate per nasconderglieli,[9]dacchè, quando acceso dalla rôsa di mordere li spalancava....misericordia! — rassomiglia

...

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