UN SEGRETO
ROMANZO
DI
SALVATORE FARINA
VOLUME SECONDO
MILANO
E. TREVES & C. EDITORI
1869
Proprietà Letteraria
Tipografia Letteraria — Via Marino, 3
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Un pensiero, frammezzo alla turba sconvoltanelle sue idee, aveva brillato un istantenella mente di Silvio; e da quel punto era diventatoil più importuno di tutti: «scriverea Carlotta.» E come mai egli non vi aveapensato prima?
«Le scriverò domani» disse a sè stesso,pensando acquetare di tal guisa la suasmania; e a prevenire l'effetto di questopartito così efficace, andò fantasticandogran pezzo intorno al difficilissimo edifizioche si toglieva carico di costruire al domani.A capo di due ore qualche cosa che assomigliava,secondo Silvio, ad un capolavoroepistolare, incominciò a giganteggiare nelsuo cervello, come la famosa piramide diCheope. Da qualunque lato egli guardassequesto tipo, gli pareva perfettissimo, e cheuna sillaba di più o di meno avrebbe traditol'intimo senso del suo cuore. Chi sa comeil sonno arruffi le matasse delle idee, ecome di tal guisa mille capolavori letterarii[4]siano stati soffocati in embrione, troveràragionevole l'imprudenza di Silvio, che gettateda una parte le lenzuola, e balzato diletto e indossata alla meglio una veste dacamera, si accinse a vergare la famosa letteraa Carlotta.
Quella lettera diceva press'a poco così:
«Signora,
«Un uomo che ha avuto la fortuna dìslogarsi una spalla e d'essere raccolto nelvostro tetto, ha qualche cosa più che il semplicedovere di esservi riconoscente. Le disgraziepagate d'uno sguardo pietoso di coleiche si ama ci diventano care come lostesso amore; io benedico adunque la miacaduta che mi ha fatto ospite vostro.
Non vi spaventate del mio linguaggio; nonattribuite a questo mio ardimento alcun disegnooltraggioso verso di voi; se la mia franchezzapotesse servire di migliore riparazioneal ridicolo, vi direi che appunto lapaura del ridicolo mi ha suggerito questaimpudenza che forse vi ha offeso.
Voi non mi avete amato mai, ed io non misono stancato mai d'amarvi e di domandarvi insilenzio il vostro amore; il mio silenzio eraassai più palese della perorazione d'unosciancato che mendica sul canto della via.Ne siete stata impietosita un istante solo?questo io non so, ma so d'essere stato importunomolto. Abbiate dunque pietà del[5]mio affetto disperato; la rivelazione che iovi faccio mi dà tutto in vostre mani: potreteridere molto di me, fatelo pure senza riguardi.La riconoscenza ci chiama assai piùverso coloro che ci fanno ridere, che versocoloro che si ostinano a volere le nostre lagrime;e voi adunque siatemi alla volta vostrariconoscente; questo sentimento di reciprocagenerosità sarà un alimento alla seteinsaziabile che io ho di partecipare in qualchemodo della vostra vita, come partecipodella vostra casa.
Sapete voi perchè io vi scrivo? Vorreipur dirlo a me stesso, ma è inutile; meglioè tacerne.
Ad ogni modo, poi che non mi è datodi sapere notizie della mia gentile castellana,non troverete biasimevole che io virammenti l'antica