STORIADICARLOMAGNOVOLUME PRIMO


CARLOMAGNO


STORIA
DI
CARLOMAGNO

DEL
SIGNOR CAPEFIGUE

FATTA ITALIANA
DA
LUIGI TOCCAGNI

CON NOTE DELL'AUTORE E DEL TRADUTTORE

VOLUME PRIMO

MILANO
PRESSO GIUSEPPE REINA LIBRAIO-EDITORE
1842.


TIP. GUGLIELMINI E REDAELLI.


[i]

LETTERAINTORNO AL GOVERNO E ALL'AMMINISTRAZIONEDICARLOMAGNO.

Gli annali dei popoli presentano, a rari intervalli di tempo, certiuomini più che tutt'altri famosi, i quali in sè, a così dire, compendianola civiltà d'un secolo intero, e lasciano, al loro inabissarsinei tempi, una lunghissima catena di memorie, d'instituzioni edi gloria. Tal fu Carlomagno. Se non che la società dell'ottavo edel nono secolo ancor non era foggiata alle forme generali d'unaregolata amministrazione, ed indarno il figlio di Pipino, capodegli Austrasii, innalzarla volle fino alla sua propria altezza, e fondarun impero commisurato alla vasta sua mente, chè la societàricusò di camminar sì veloce, e di secondare lo smisurato intendimentosuo.

L'impero d'Occidente, straordinaria creazione, fuor delle consuetudinicosì dei Franchi come dei Germani, rimase non più che unaccozzamento di popoli, posti insieme così ad un tratto dalla conquista,ond'è ch'esso cadde insiem con la testa possente che loavea fondato. Colà dove Carlomagno avea stabilita l'unità sorse la[ii]dissoluzione: l'impero d'Occidente, nato d'un colpo, d'un colpoanche crollò: portentoso parto d'un sol uomo, che seco ne portòil segreto nel sepolcro suo d'Aquisgrana.

L'impero di Carlomagno è come a dire un ponte sterminato eluminoso gittato fra due epoche barbare. Le sorti del periodo merovingicogià erano al tutto compiute, e appena è che se ne troviqualche menzione nelle leggi e negli atti de' Carolingi; ma quandoavverrà che la storia si sollevi a una certa altezza rispetto a' tempidei Merovei, ella si applicherà più che altro ad un sol punto chespiega e amplifica que' tempi antichi, e troverà che non vi fu cosapiù vasta, nè più atta ad incivilire dell'opera dei vescovi dal secoloquinto all'ottavo. In mezzo a quelle sanguinose guerre fra i Barbari,che straziano il cuore, e in cui vedi il perpetuo conflitto delle ordeselvagge che si contrastavan fra loro il bottino, in mezzo a quellapittura di passioni e di odii fra tribù e tribù, coll'istinto e la ferocitàloro natia, vedi apparire i vescovi, que' grandi municipali dell'epocamerovingica, i quali diventan come i guardiani, i protettoridelle città e delle popolazioni. Che mirabili storie non son quelleinfatti di Martino di Tours, di Maclovio che incivilì la Bretagna, diFortunato, dell'un santo Germano d'Auxerre e dell'altro, d'Onoratodi Marsiglia, di Remigio di Reims,

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