CRONICA
DI
MATTEO VILLANI

TOMO III.


CRONICA

DI

MATTEO
VILLANI

A MIGLIOR LEZIONE RIDOTTA
coll’aiuto
DE’ TESTI A PENNA

TOMO III.

FIRENZE
PER IL MAGHERI
1825

[5]

LIBRO QUINTOQui comincia il quinto libro della Cronicadi Matteo Villani; e prima il Prologo.

CAPITOLO PRIMO.

Chiunque considera con spedita e libera menteil pervenire a’ magnifici e supremi titoli deglionori mondani, troverà che più paiono mirabiliinnanzi al fatto e di lungi da quello, chenella presenza della desiderata ambizione e gloria:e questo avviene, perchè il sommo statodelle cose mobili e mortali, venuto al terminedell’ottato fine, invilisce, perocchè non può empierela mente dell’animo immortale; ancorasi fa più vile, se con somma virtù non si governae regge; ma quando s’aggiugne a’ vizi, l’ottatasignoria diventa incomportabile tirannia,e muta il glorioso titolo in ispaventevole tremorede’ sudditi popoli. Ma perocchè ogni signoriaprocede ed è data da Dio in questo mondo, assaiè manifesto, che per i peccati de’ popoli regnal’iniquo. L’imperial nome sormonta gli altriper somma magnificenza, al qual solea ubbidire[6]tutte le nazioni dell’universo, ma a’ nostri tempigl’infedeli hanno quello in dispregio, e nellaparte posseduta per i cristiani tanti sono i potentire, signori, e tiranni, comuni, e popoliche non l’ubbidiscono, che piccolissimaparte ne rimane alla sua suggezione; la qualcosa estimano ch’avvenga principalmente dalladivina disposizione, il cui provvedimento e consiglionon è nella podestà dell’intelletto umano.Ancora n’è forse cagione non piccola l’imperialeelezione trasportata ai sette principi d’Alamagna,i quali hanno continovato lungamente a eleggeree promuovere all’imperio signori di lorolingua, i quali colla forza teutonica, e col consiglioindiscreto e movimento furioso di quellagente barbara hanno voluto reggere e governareil romano imperio; la qual cosa è strana daquel popolo italiano che a tutto l’universo diedele sue leggi, e’ buoni costumi e la disciplinamilitare: e mancando a’ Tedeschi le principaliparti che si richieggono all’imperiale governamento,non è maraviglia perchè mancata siala somma signoria di quello. E stringendone l’usatamateria a fare principio al quinto libro, lacoronazione di Carlo di Luzimborgo, e quantodi quella seguitò in brevissimo tempo, sieno inparte esempio di quello che narrato avemo nellapresente rubrica.

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CAP. II.Come messer Carlo di Luzimborgo fucoronato imperadore de’ Romani.

Domenica mattina a dì 5 del mese d’aprile, glianni Domini 1355 dalla sua salutevole incarnazione,il dì della Resurrezione di Cristo, essendoil cardinale d’Ostia legato del papa a fare la consecrazionedell’imperadore con molti prelati nellabasilica di san Pietro, l’eletto Carlo sopraddettogiugnendo a san Pietro co’ Romani, e collagrande cavalleria e moltitudine di popolo chel’aveano accompagnato, scavalcato colla sua donna,furono ricevuti nella chiesa con grande tumultodi stromenti, e allegrezza e festa di catunagente. E in

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