LA CITTÀ ITALIANA
NELL'ALTO MEDIO EVO


GUIDO MENGOZZI

La città italiana
nell'alto medio evo


Il periodo langobardo-franco

ROMA
ERMANNO LOESCHER & Cº
(W. REGENBERG)


SIENA 1914 — STAB. ARTI GRAFICHE LAZZERI


A MIO PADRE

CON AFFETTO PARI ALLA STIMA


[v]

INTRODUZIONE

La storia delle condizioni delle città italiane nell'altomedio evo fu oggetto di gravi e fondamentali ricerche,per opera di numerosi storici italiani e stranieri, a cominciaredal Muratori, dal Fumagalli, dal Sismondi, dalPagnoncelli e dal Savigny. Ai tempi della preparazionedel nostro Risorgimento questo tema fu anzi discusso conparticolare attenzione dal Manzoni, dal Balbo, dal Troyadal Capponi e da molti altri perchè si volle quasi inquelle remote origini rinvenire l'anima più spontaneadella nazione, ricercandovi i diritti della nazionalità.

Ma quelle dotte discussioni non riuscirono ad appagarein tutto i desiderî degli studiosi. Sta di fatto chel'opera di Carlo Hegel fu poco appresso una grave criticadi quei risultati: e più tardi tutti gli studiosi, in Italiae fuori, dovettero muovere da ricerche e da argomentazioninuove e diverse. Il problema delle condizioni giuridichedei vinti Romani, quello della sorte dei municipiie delle corporazioni, quello dell'organizzazione ecclesiastica,quello dell'origine dei Comuni furono, si può dire,ripresi ex novo, e recarono luce feconda alla storia generaledel diritto pubblico italiano del medio evo.

Tuttavia non si è ancora portata la ricerca, in modoabbastanza ampio e profondo, sul punto centrale di tuttiquesti studii: la città, considerata nelle sue condizioniterritoriali, nelle sue divisioni giuridiche, nella sua compagineparticolare, per cui si distingue da ogni altro elemento:organizzazione generale, circoscrizione provinciale,[vi]circoscrizione ecclesiastica, borghi, pievi, ville, centrirurali: la città, voglio dire, nel suo aspetto geografico,storico, giuridico.

È stato mio proposito di assumere questo tema, di naturaintimamente ed esclusivamente giuridica, per esaminarlocon tutte le mie forze, senza pretendere di affrontaree di risolvere tutti quei problemi, che con queltema stanno senza dubbio in diretta connessione, ma chequalche volta hanno contribuito, con la loro imponenza,a sviare il giudizio degli studiosi. Da una ricerca circoscrittaa questo argomento capitale e d'indole schiettamentegiuridica, ho creduto che si potesse derivare lumeanche su quei problemi, per quanto ciò dovesse avvenireper via indiretta e talvolta soltanto per accenni, che potrannoapparire anche incompleti.

Ma in un tema così vasto, che ha domandato allemie forze una lunga e faticosa indagine, non ho pretesadi aver portato se non un contributo di metodo e di resultati.

Nell'atto di licenziare il mio libro mi rimane tuttaviala convinzione che dai competenti il metodo possaessere giudicato giusto e che i resultati non siano del tuttovani.

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PARTE PRIMALa città romana, gota e bizantina...

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