NEERA
UNA GIOVINEZZA
DEL SECOLO XIX
Che gran dono è il sentire!
È l'aver Dio in sè.
(Dalle lettere di mio Padre
a mia Madre)
PREFAZIONE DI BENEDETTO CROCE
MILANO
Casa Editrice L. F. Cogliati
1919
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Il pregio, in cui ho sempre tenuto gli scritti diNeera, non ha trovato, a dir vero, generale consenso nelnostro mondo letterario, dove a questa scrittrice gentile,austera e nobilissima si assegna di solito un posto assaiinferiore al merito. Di ciò intendo bene la ragione.
C'è nello scrivere, e in generale nell'esprimere ilproprio sentire, un momento in cui lo spirito si ponecome sopra del sentire stesso, e lo ferma e chiude inlinee sicure e sobrie, quelle che debbono essere e nonaltre, godendo di questa sua potenza e facendo di essagodere il lettore e contemplatore. È il momento propriodell'arte e della divina poesia, in cui si unifical'individuo col tutto, il dramma particolare e transeuntecol dramma eterno del mondo.
A questo momento non tutti gli scrittori, e quasinon mai le scrittrici, giungono appieno, o, giunti, vi sitengono con saldezza; e talvolta quasi si direbbe checiò avvenga per effetto della stessa gagliardia di altreloro forze interiori, onde, tutto intenti ad enunciare il[viii]concetto e il sentimento che urge nel loro animo, eguardando al centro e al motivo fondamentale di esso,trascorrono sui particolari, si accontentano del press'apoco, accettano espressioni generiche e disegnano figureconvenzionali. "Mi si rimprovera (mi diceva un giornoNeera) che non scrivo bene, che pel pensiero trascurola forma. Da che dipende? Da mancanza distudî giovanili? Come dovrei fare per correggermi?".Ed io le rispondeva: "Non si tratta di tecnica delloscrivere, di grammatica e di lessico; si tratta di atteggiamentidell'animo". Ed ora ella stessa, in questememorie autobiografiche (pp. 205-6), con la consuetaintelligenza e schiettezza, definisce quale fosse veramentela manchevolezza che era in lei, e richiama undetto di suo padre, il quale, un giorno che ella cantavada sola, la ammonì: "Tu non ti ascolti quandocanti: prova ad ascoltarti". "Mi veniva infatti (ellasoggiunge) di cantare nello stesso modo che scrivevo,badando al pensiero e non alla forma. Le romanzepiù sentimentali i duetti più amorosi erano tutto ciòche comprendevo in materia di musica, e quando avevomesso tutta la mia passione nella frase: Ah! forse èlui che l'anima solinga nei tumulti, mi pareva cheneanche la Patti avrebbe potuto far meglio. C'era poiquel Lui anonimo che andava subito a posarsi sull'unoo sull'altro dei miei zufoli di stagno, ed alloraaddio musica! Mi colavano sul vo BU KİTABI OKUMAK İÇİN ÜYE OLUN VEYA GİRİŞ YAPIN!
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