AHI, GIACOMETTA,
LA TUA GHIRLANDELLA!


ANTONIO BELTRAMELLI

ACCADEMICO D'ITALIA

AHI, GIACOMETTA,LA TUA GHIRLANDELLA!

ROMANZO

A. MONDADORI · EDITORE


Di questa collezione si sono stampati200.000 volumi.


PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

I diritti di riproduzione e traduzione sonoriservati per tutti i Paesi, compresila Svezia, la Norvegia el'Olanda

Copyright by «Casa Editrice A. Mondadori»1921

(COLLEZ. «I LIBRI AZZURRI»)

PRINTED IN ITALY — MCMXXXI


Fiori e parole nel silenzio.

Questo Iddio ti ha dato,

perchè tu intenda e sorrida.

[9]

AI BUONI INTENDITORI

Agli uomini cortesi, di belle e avvedute lettere, ai cacamillesimi,agli speziali della letteratura e a tutti coloro iquali han giudicato dell'opera mia con furiosa malevolenza,con languida acquiescenza o con savonaroliana anima piagnona!ai molti parlatori e valutatori dell'altrui fatica ionon ho mai risposto; non ho mai detto a Tizio, critico; oa Sempronio, flebotomo:

— Perdoni, Signore, ma se l'opera mia non convince lei,in assoluto, credo che Ella non abbia avuto da Dio, tale ecosì vasto dono da esser certo di convincer gli altri, in assoluto,circa la bellezza e la bontà indiscutibile della suagiudicante prosa. Perchè, o mi inganno forte, o Ella assume,mio caro Signore, una non so quale fierissima aria di infallibilità,e un così forte sentore di tremendo impero è in tuttoquanto Ella sentenziando scrive, che certo non può ammetterealtri faccia, alla sua sicurezza, eccezione.

Epperò Ella deve essere persona di grande animo e di radicatissimeconvinzioni; e tutto quanto esce dal suo distintocerebro deve andare per il mondo con piedi tanto infallibilida poter sfidare le distanze dei secoli e dei millenni: chè, sequesto non fosse, mio onorando Signore, non saprei davveroa qual partito attenermi e dovrei disgraziatamente conchiudere[10]non aver io dinnanzi se non un piacevole cerretano ilquale tanto più si sbraccia per farsi udire, quanto meno èconvinto della bontà de' suoi cerotti, empiastri, pecette eflemmagòghi che offre alla attenta e maligna minchioneriadel pubblico. —

Questo non ho mai detto io agli uomini cortesi di bellee avvedute lettere, ai cacamillesimi, agli speziali della letteratura,ai sentenziatori e giudicatori e facitori di oroscopi.E mi son preso le busse, ed ho insaccato le male parole, leinsinuazioni, le spulciature, le falsificazioni, le grandi arie,le idiozie, le impotenze, le disdegnose ripulse, le fesserie concomitantie via discorrendo; tutto questo, e ancor più, hoinsaccato io, sempre fermo al mio silenzio come il peccatorecontrito il quale sa di dover tutto sopportare e tutto aspettarsi,e tanto più si umilia quanto più smisurata riconoscela propria colpa.

Senonchè, miei colendissimi Signori, dopo così lungo esercizioe una tanta ed umile sopportazione, venuto al terminedel mio silenzio e trovandomi a un tratto il cuore franco ele mani sbrividite, mi vien voglia di rifarmi col primo chemi capita sotto e caricar lui di quella bastonatura che andrebbeequamente distribuita fra tanti.

Giusto per l'ultimo libro mio, L'Ombra del mandorlo, uncerto cotal grammatico ebbe a scr

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