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POESIEINEDITE

DI
SILVIO PELLICO.

L'Autore intende di godere del privilegio conceduto dalleRegie Patenti del 28 febbrajo 1826, avendo egli adempitoquanto esse prescrivono.

POESIEINEDITE

DI
SILVIO PELLICO

VOLUME PRIMO.

TORINO

TIPOGRAFIA CHIRIO E MINA.
MDCCCXXXVII.

AI LETTORI.

Avendo alquanto coltivato la poesia sin da' giovenili anni, e trattonedolcezza, non so cessare d'amarla, e di lasciarmi talvolta da essaispirare scrivendo i miei più intimi pensieri e sentimenti. Così sonnati i versi che oggi m'avventuro di pubblicare, sebbene siaconsapevole essere in questi il buon desiderio molto maggiore delmerito, e sebbene soglia dirsi nell'età nostra, giovare che gliscrittori italiani gareggiano piuttosto in moltiplicare le buoneprose, che in arricchire il tesoro della poesia patria, già cotantoabbondante ed egregio. Non condanno siffatta opinione a favore dellebuone prose, le quali pur vorrei vedere aumentarsi ogni giorno nellanostra letteratura, ma dimando grazia anche per le poeticheproduzioni. Se svolgono affetti lodevoli e verità religiose e civili,le impressioni che fanno su gli animi possono riuscire benefiche alpari d'impressioni destate da libri morali d'altro genere.

Non poca parte de' versi che do alla luce si riferisce precipuamentealle mie vicende, a' miei dolori, alle mie speranze, alle consolazionirecatemi dalla Fede. Mi sono chiesto se non era temerità il dipingeresì lungamente me stesso, e forse ell'è temerità infatti. M'ènondimeno sembrato che la pittura del mio cuore acquistasse un rilievodagli oggetti nobilissimi che v'ho associato, e segnatamente dal piùsublime di tutti—Iddio.

Sospetto che avrei fatto meglio a parlare di Lui, di Religione, diVirtù, senza tanto a me medesimo por mente, ma non ho saputo. Ilbenigno lettore gradirà con indulgenza questa confessione: hoargomento di sperarlo, sapendo che altra volta già m'è statogeneralmente perdonato il rappresentare con tutta fiducia l'internodell'anima mia.

AL MARCHESETANCREDI FALLETTI DI BAROLO

ED ALLA MARCHESAGIULIETTA NATA COLBERT
SUA CONSORTEOMAGGIO DELL'AUTORE.

LA MIA GIOVENTÙ.

          Cor mundum crea in me, Deus.
                       (Ps. 50).

Lamento sui fuggiti anni primieri,
  Che fecondi di speme Iddio mi dava,
  E di ricchi d'amore alti pensieri!

Tra giubili ed affanni io m'agitava,
  Ed incessanti studi, e bramosia
  Di sollevarmi dalla turba ignava;

E spesso dentro al cor parola udìa
  Che diceami dell'uom sublimi cose,
  Tali che d'esser uomo insuperbìa.

Pupille aver credea sì generose
  Il mio intelletto, che dovesser tutte
  Schiudersi a lui le verità nascose;

E di ragion nelle più forti lutte
  Io mi scagliava indomito; sognante
  Che sempre indag

...

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